Comunione
o separazione? I risvolti terapeutici della relazione
individuo / ambiente alla luce delle evidenze scientifiche
fornite dalla Fisica Quantistica.
Una
delle caratteristiche tipiche degli esseri neurologicamente
evoluti sembra essere la percezione della propria identità:
la capacità di percepire sé stessi nella propria
individualità, separati da tutto il resto.
Tale
caratteristica è ben nota da anni anche attraverso vari studi
di Etologia, che evidenziano ad esempio come
animali relativamente evoluti quali i pesci risultino incapaci di riconoscere sé
stessi quando riflessi in uno specchio.
A
tale riconoscimento di sé e dei propri confini risultano poi
associati meccanismi di sopravvivenza che rivestono grande
importanza per la persona. La 'zona di sicurezza' e la 'zona
di pericolo' in rapporto a sé stessi vengono costantemente
ponderate rispetto alla personale percezione della propria
individualità.
Un
programma personale di gestione ambientale non perfettamente
efficiente può ridurre di molto l'estensione della propria
'zona di sicurezza' sino a farla coincidere con il confine
fisico del proprio corpo, e a volte anche meno. Ciò può far
sentire la persona in una sorta di 'assedio' costante, con
immediate conseguenze sulle reazioni del proprio sistema di
sopravvivenza che alimentano così un degrado della propria
capacità di gestione ambientale, esacerbando ulteriormente la
condizione iniziale.
È
noto da lungo tempo che uno dei sistemi funzionali più
importanti per l'essere umano è costituito dal Sistema
Immunitario. Lo scopo di quest'ultimo è quello di gestire a
livello cellulare la differenza fra ciò che costituisce il 'sé'
e ciò che costituisce il 'non sé'. In ogni momento della
nostra vita esso monitorizza costantemente l'enorme numero di
componenti che ci costituisce, stabilendo una discriminante e
mettendo in atto le necessarie protezioni da ciò che viene
identificato come 'non sé'.
Le
azioni che fanno capo al Sistema Immunitario sono
eccezionalmente sottili e complesse. Ad esempio quando si
considera il processo digestivo spesso ci si sofferma con
dovizia di particolari su alcuni processi che ci risultano
relativamente noti, quali la trasformazione dei carboidrati o
dei lipidi, dimenticando che un ruolo ben più importante del
processo digestivo verte proprio sulla trasformazione del 'non sé' in
'sé'. Questo significa che il DNA contenuto nella coscia di
pollo mangiata a pranzo risulta diverso dal DNA della persona
che l'ha mangiata, ma attraverso il suo processo di digestione
quei costituenti vengono trasformati in cellule che
condividono tutte con la persona il medesimo DNA nonché le
informazioni in esso contenute: un processo di enorme
complessità e delicatezza che viene svolto dal nostro corpo
con una naturalezza tale da rendercelo assolutamente
impercettibile.
Se
il Sistema Immunitario gestisce dunque il rapporto fra il 'sé'
e il 'non sé' (i due fondamentali ambienti di riferimento),
risulta interessante notare come il numero di malattie
autoimmuni, che traggono origine proprio da disfunzioni nel
programma personale di gestione ambientale, sia andato
drasticamente aumentando negli ultimi anni. In maniera più
blanda, ma più estesa, ciò si manifesta anche nell'aumento
del numero di persone che soffrono di allergie ed
intolleranze: capita ormai sempre più spesso di trovare sui
mezzi di informazione previsioni preoccupanti riguardo ai differenti
tipi di polline che (a seconda della stagione) verranno
diffusi dalle piante sulla popolazione con conseguenze più o
meno gravi per milioni di persone ad essi allergiche. Sembra
di leggere un bollettino di guerra, e stiamo invece parlando
di piante, presenti nell'ambiente da molte migliaia di anni
senza per questo provocare conseguenze di tale portata sugli
esseri viventi ad esse vicini.
Dunque,
a giudicare dalle evidenze, è sempre più elevato il numero
di individui che hanno problemi con il proprio programma
personale di gestione ambientale, e ciò di conseguenza porta
ad esacerbare le reazioni messe in atto dal sistema di
sopravvivenza della persona stessa.
L'aspetto
psicologico - emozionale non rimane affatto immune da tutto ciò.
Le attuali esigenze sociali e professionali obbligano spesso
gli individui a contatti con altre persone che invadono la
propria 'zona di sicurezza', e che malgrado ciò
vengono
mantenuti e ripetuti anche quotidianamente, attivando le
reazioni del sistema di sopravvivenza della persona ed
aggravando ulteriormente eventuali limiti presenti nel
proprio programma personale di gestione ambientale.
Tutto
ciò può portare a pensare che la soluzione consista nel
rifugiarsi sempre di più all'interno della propria 'zona di
sicurezza', coccolando la propria individualità separata dal
pericoloso mondo esterno.
E
questo, a vario titolo, è ciò che si può riscontrare sempre
più diffusamente a livello dei disagi evidenziati in ambito
clinico.
Eppure
è noto ormai da un secolo alla scienza contemporanea come ciò
non trovi alcuna rispondenza a livello della effettiva realtà
fisica. Infatti una delle conseguenze più rilevanti apportate
alla nostra comprensione della realtà da parte della
Meccanica Quantistica (una branca della Fisica) è che risulta
impossibile separare l'osservatore da ciò che viene
osservato.
Tale
affermazione può forse apparire poco rilevante, ma per più
di trent'anni le migliori menti della Fisica hanno lottato
strenuamente prima di accettare infine che la vera realtà
evidenzia caratteristiche così differenti dalle aspettative
usuali. In particolare è assolutamente impossibile separare,
anche solo concettualmente, un sistema da un altro col quale esso interagisca. L'ambiente e l'individuo, dal punto di
vista della realtà fisica che la scienza contemporanea ha
ormai individuato, sono una cosa sola, in quanto interagenti.
I
contributi scientifici della Meccanica Quantistica, ad un
secolo dalla sua introduzione, continuano a scuotere i
pilastri della nostra usuale concezione della realtà, e ci
ripetono che tutto è uno: il biologo e il microbo osservato
al microscopio, l'individuo e tutti i suoi simili, la stessa
Terra e tutto ciò che in essa vive.
Solo
pochi specialisti hanno familiarità con le equazioni d'onda
di Schroedinger, che descrivono in termini matematici tali
aspetti della realtà, ma da millenni varie religioni e
filosofie, non solo di origine orientale, offrono un'analoga
visione del mondo come non-separato, bensì in un costante
processo di condivisione dinamica.
Se
ciò corrisponde alla vera realtà, come ormai anche la
scienza contemporanea ci evidenzia da anni, perché così
spesso il programma personale di gestione ambientale sembra
utilizzare altri riferimenti? Per limitazioni, compromissioni,
stress.
Se
la separazione, accentuata in questi anni a livello
individuale e societario, risulta essere un indice di
malessere e di squilibrio, la comunione, propugnata da tante
filosofie e religioni ed evidenziata come visto sopra dalla
stessa scienza occidentale, risulta invece essere un indice di
benessere e di equilibrio, a livello sia individuale che
sociale.
Sono
aspetti contrapposti che tipicamente si manifestano nella
persona in una continua dinamica, la quale si esplica nei suoi
atteggiamenti, nelle sue scelte, e nel suo livello di
benessere.
Ridurre
la nostra 'zona di sicurezza' (a qualsiasi livello fisico,
mentale, emozionale, o di altro tipo) significa
automaticamente ridurre le nostre opportunità, le nostre
capacità, le possibili soluzioni che ci vengono costantemente
offerte ed a cui abbiamo accesso.
Come
in un paradosso Zen, la vera sicurezza non deriva allora da una
chiusura, bensì da una apertura, che libera la persona e le
consente di accedere alle opportunità costantemente offerte
ai vari livelli.
Fa
parte della esperienza di molti terapeuti, nonché della mia
personale, che il facilitare nella persona una condizione di
questo tipo consente spesso la risoluzione dei suoi disagi (dei tipi
più svariati) senza nemmeno la necessità di indirizzarli
esplicitamente. L'accesso ad informazioni qualitativamente
superiori, ed una incrementata capacità di apertura nella loro
elaborazione, permette infatti automaticamente al suo sistema
corporeo di funzionare meglio e di risolvere dall'interno le
limitazioni in precedenza presenti, rendendole superflue e
prive di motivazioni.
Il
disagio personale, spesso gestito a livello di separazione
dalla persona, e risolto qui invece grazie ad una migliore comunione con
esso e le sue implicazioni, appare attualmente un problema
anche minore se rapportato al disagio di un macrosistema come quello ambientale terrestre, che la scienza ci insegna essere
tutt'uno con ciascuno di noi, ma che tuttavia la gran parte di noi
osserva con programmi personali di gestione ambientale
seriamente compromessi per lo stress derivante dall'attuale
stile di vita.
Parafrasando
le ben note Leggi di Cura del Dr. Hering, capisaldi della
Omeopatia Applicata ("i cambiamenti avvengono dalla testa
in giù - i cambiamenti avvengono dall’interno verso
l’esterno - i sintomi si presentano in ordine rovesciato nel
processo di guarigione"), è possibile allora auspicare
che attraverso la 'testa pensante' costituita da un numero
sufficiente di individui riesca ad essere avviato un
cambiamento, che costituisce innanzi tutto un cambiamento
interno (nella nostra visione del mondo) prima ancora che un
cambiamento esterno, e che la confusione e la disarmonia che
spesso appaiono oggi nel mondo non siano altro
che la testimonianza di un processo di riorganizzazione a
ritroso, che evidenzia i suoi sintomi peggiori proprio mentre
sta attuando la loro risoluzione.
Dr.
Diego Vellam
Accademia
di Kinesiologia - Italy
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