Test Kinesiologico
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Test Kinesiologico o Test Muscolare: qual è il Test della Kinesiologia?
Il Test Muscolare, nelle sue forme più immediate ed intuitive, esiste sostanzialmente da quando esistono i muscoli. Può essere riguardato infatti come tale qualsiasi atto svolto allo scopo di valutare la forza dei muscoli dell’altra persona. Che si tratti quindi di due bambini che si contendono un giocattolo fra di loro o di due adulti che competono a braccio di ferro, il risultato è alla fine un Test Muscolare. Ovviamente le cose possono essere fatte in maniera ben più rigorosa. Già a partire dagli anni 1940 i fisioterapisti (e coniugi) statunitensi Henry O. Kendall e Florence P. Kendall hanno provveduto ad organizzare, con fantasia creativa e rigore anatomico, i Test Muscolari per specifici muscoli scheletrici corporei. Peraltro se i fluidi movimenti di un ballerino classico sono la conseguenza della ridondanza muscolare scheletrica, per cui pressoché mai capita di trovare un movimento corporeo nella cui esecuzione risulti coinvolto solo un singolo muscolo scheletrico, ciò rende altresì impossibile nella pratica riuscire ad isolare davvero un singolo muscolo attraverso la valutazione svolta con il corrispondente Test Muscolare specifico. Al di là della sua esecuzione, più grossolana o più sofisticata che sia, lo scopo del Test Muscolare rimane comunque immutato: valutare manualmente la forza del muscolo (gruppo muscolare…) considerato. Quando all’inizio degli anni 1960 George Joseph Goodheart Jr. (1918 – 2008) si imbatté nella inaspettata rete neurologica che connette ogni muscolo scheletrico a differenti aspetti funzionali specifici dell’individuo, determinando così la nascita della Kinesiologia, egli fece ovviamente uso dei Test Muscolari. Ci volle non meno di una dozzina d’anni, nella ricerca quotidiana con la neonata Kinesiologia, prima di riuscire a sviluppare la prima forma di Test Muscolare Kinesiologico (o Test Kinesiologico tout court), a cui sarebbero seguite negli anni successivi forme via via più sofisticate, sino a raggiungere nel Nuovo Millennio le vette tecniche ad oggi insuperate di Cyberkinetics e dei suoi Test Kinesiologici: Analogico, Ciberkinetico, Molecolare. Ma perché mai Goodheart, che già aveva a disposizione i Test Muscolari perfezionati dai Kendall, si diede la briga di passare da essi al Test Kinesiologico? Semplice. Come si evidenziò progressivamente, qualsiasi valutazione muscolare all’interno della Kinesiologia non aveva (né ha) mai lo scopo di determinare la forza del muscolo. Quest’ultima costituisce anzi l’equivalente del “rumore” che rende più difficoltoso rilevare il segnale (neurologico) che si sta cercando di percepire. Dalla fine degli anni 1970 era infatti chiaro che in Kinesiologia i muscoli erano semplicemente dei mezzi specifici per poter accedere (tramite il loro particolare coinvolgimento neurologico, così evidenziato) alle funzionalità del Sistema Nervoso, e da lì a qualsiasi altro aspetto funzionale, fisico o non fisico, della persona. Oggigiorno potremmo dire che grazie al Test Kinesiologico ogni muscolo in Kinesiologia diventa l’equivalente di una porta di connessione ad Internet, potendo così navigare, in accordo alle sue proprie regole, al fine di facilitare la gestione delle problematiche incontrate dalla persona, ben al di sotto della sua soglia di consapevolezza. È quindi dalla fine degli anni 1970 che qualsiasi Kinesiologo degno di questo nome non valuta in Kinesiologia la forza di alcun muscolo, e dunque non fa uso del Test Muscolare che proprio a ciò serve, riservando invece per tale suo operare esclusivamente il Test Kinesiologico nelle sue varie forme. Tale lavoro di sviluppo, svolto inizialmente da Goodheart e portato successivamente avanti da vari Kinesiologi di differenti nazioni, mantiene un’importanza enorme. Va infatti compreso che il Test Muscolare e il Test Kinesiologico forniscono risultati indipendenti fra loro, che risulteranno di conseguenza statisticamente opposti nel 50% dei casi. Ne deriva che un operatore che svolgesse correttamente la Kinesiologia, facendo però uso del Test Muscolare, fonderebbe le sue valutazioni su risultati inappropriati nel 50% dei casi. Può ora apparire più evidente il fondamentale contributo offerto sin dagli inizi da Goodheart nel mantenere fra loro distinti questi due strumenti di valutazione manuale. A fronte di tali considerazioni, dovrebbe apparire ovvio che chiunque oggigiorno impieghi la Kinesiologia, anche a livello elementare, pratichi un utilizzo corretto del Test Kinesiologico in una delle sue forme contemporanee, mantenendo una chiara distinzione rispetto al Test Muscolare. Purtroppo l’evidenza insegna che attualmente non è affatto così. Anzi, nella maggior parte dei casi si vede indicato e praticato (come “ovvio” …) il Test Muscolare, quasi come se esso fosse proprio l’elemento distintivo della Kinesiologia (sopprimendo con tale ignoranza oltre 40 anni di ricerche e sviluppi tecnici sempre più avanzati della Kinesiologia…). Tutto ciò è triste e inopportuno, particolarmente quando perpetrato all’interno di corsi che avrebbero lo scopo dichiarato di “insegnare” la Kinesiologia, e magari risalgono nei loro contenuti ancora a prima di tali sviluppi iniziali di Goodheart, come il comune Touch for Health del 1973… Taccio qui della tentazione, ahimè anch’essa oggigiorno diffusa, di risolvere tale grossolana ignoranza aggiungendo la postilla “di precisione” dopo “Test Muscolare”. Come diceva un mio professore all’Università: “Non si cambiano le cose cambiando il nome delle cose” … E dunque, qual è il Test impiegato oggi in Kinesiologia? Il Test Kinesiologico, ed esso soltanto, del quale esistono ormai tecnicamente diverse forme specifiche, ciascuna utile nel suo ambito, le più avanzate delle quali sono state introdotte da Cyberkinetics proprio nel Nuovo Millennio. (A scanso di malintesi, “diverse forme specifiche” significa poter testare lo stesso muscolo in maniere diverse accedendo così a differenti informazioni, e non testare semplicemente muscoli diversi…) Il Test Muscolare, come tale, non costituisce più uno strumento impiegato nella corretta prassi kinesiologica dalla fine degli anni 1970. Può non essere inutile averlo chiaro in mente.
Dr. Diego Vellam Accademia di Kinesiologia Milano, gennaio 2018
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